Alessandro Verri

Alessandro-Verri

Letterato, figlio di Gabriele; fratello di Pietro e Carlo. Dopo avere studiato giurisprudenza e aver collaborato al Caffè, con una trentina di articoli (alcuni dei quali fieramente rivoluzionarî in materia di diritto e di lingua), si recò a Parigi (con l’amico Cesare Beccaria) e in Inghilterra (1766-67). Si trasferì poi a Roma, dove restò con brevi interruzioni fino alla morte, trattenuto anche dall’amore per la marchesa Margherita Boccapadule. A Roma, da illuminista che era, divenne moderato e classicista, pur conservando le sue tendenze che lo fanno considerare un preromantico. Oltre a traduzioni da Shakespeare (Amleto, 1768; Otello, 1777) e a mediocri tragedie (La Congiura di Milano ePantea, 1779), scrisse le fortunate Avventure di Saffo (1782), non senza influssi del Werther di Goethe, e, ancor più fortunate, le Notti romane, dapprima tre (1792), poi sei (1804). La voce prosegue sull’Enciclopedia Treccani.